Dal paradiso degli zainetti colorati a meta cool per i Jet-Setter: Come i nuovi resort di lusso del Nepal stanno trasformando la nazione
Una scia di jet privati che solcano le piste di atterraggio e proprietà di lusso in tutto il paese stanno trasformando quello che un tempo era un “rifugio per gli zainetti”.
Non è passato molto tempo da quando Lonely Planet ha incoronato il Nepal come la destinazione migliore al mondo per i viaggiatori più attenti al portafoglio. La bibbia dei viaggi low-cost ha lodato il facile accesso alle famose rotte di trekking del paese e alla sottovalutata fauna selvatica nepalese, il tutto riuscendo a contenere le spese giornaliere ben al di sotto dei 50 euro.
Sebbene una costellazione di guesthouse economiche e case private renda ancora possibile fare trekking con un budget limitato, una nuova generazione di operatori turistici locali e alloggi di lusso sta sempre più cercando di soddisfare gli avventurieri dai pingui portafogli che si riversano in questo angolo dell’Himalaya.
“Nonostante sia sempre stata una destinazione popolare per i viaggiatori facoltosi, le offerte di alloggio del Nepal non sono state fin’ora all’altezza della domanda”, afferma Jason Friedman, consulente turistico con sede in Thailandia. “Questo era particolarmente evidente nella regione dell’Everest, dove gli scalatori spendono tra i 60.000 e i 200.000 euro a persona, ma le strutture ricettive sono sempre rimaste in gran parte immutate negli ultimi trent’anni”.
Intercettando un’esigenza del mercato, Friedman si è associato a Namgyal Sherpa, imprenditore nepalese del gruppo Sherpa Hospitality, per lanciare Mountain Lodges of Nepal (MLN), una collezione di lussuosi lodge disseminati nella regione dell’Everest, nel circuito Annapurna e nel Parco Nazionale di Chitwan nel Nepal meridionale.
Ogni lodge è dotato di comfort che fino a poco tempo prima erano difficili da ottenere in modo soddisfacente: gli ospiti possono aspettarsi cuscini in piuma e lenzuola a 300 fili, un servizio impeccabile e offerte culinarie ispirate ai prodotti locali. Entro l’anno prossimo, MLN gestirà un totale di otto lussuosi lodge in tutto il paese.
“Poco prima della pandemia, ho notato il jet privato Boeing di Abercrombie & Kent sul piazzale dell’aeroporto di Kathmandu“, dice Friedman. “Se questo non è un segnale di bisogno di lusso, non so cosa altro potrebbe indicarlo”.
Il prezzo dell’ultima nata del gruppo parla da sé. Al Shinta Mani Mustang, progettato da Bill Bensley, che ha aperto lo scorso agosto nella remota regione del Mustang nel Nepal settentrionale, le camere costano 1.700 euro a notte, con prenotazioni che richiedono un soggiorno minimo di cinque notti. È il lodge più costoso del Nepal, ma i suoi servizi sono senz’altro all’altezza. Il resort di 29 suite, situato su un pendio sopra la città di Jomsom, offre ai suoi ospiti trattamenti benessere su misura da parte di un guaritore tibetano; interni punteggiati di opere di alcuni degli artisti e artigiani più rinomati del Nepal; e un ristorante che offre versioni gourmet della cucina regionale.
Nel frattempo, le suite, con finestre a tutta altezza che incorniciano le viste delle montagne Nilgiri innevate, sono arredate con pelliccia di yak, antichità tibetane e coperte di cachemire su misura di Altai-Himalaya, un mulino tessile con sede a Kathmandu che conta Hermès come suo più grande cliente. La pensione è una base per spedizioni guidate intorno alla regione del Mustang, che il team di Shinta Mani eleva con pranzi gourmet al sacco e bar a tema che si aprono in luoghi unici come le rive di un lago glaciale o il tetto di un’abitazione tradizionale in fango secolare.
Nei prossimi anni, MLN prevede di aprire una serie di nuovi e lussuosi resort nella regione del Mustang, che sorgeranno nei luoghi precedentemente designati come parte di un circuito Aman che però non ha mai visto la luce.
“L’idea è sfruttare la singolare diversità di paesaggi e culture del Mustang in un circuito di lodge di lusso, simile a quello che Aman ha realizzato con i suoi cinque resort intorno al Bhutan”, dice Friedman. “In questo modo, non creiamo solo posti di lavoro di alto valore in luoghi dove non esistono ancora, ma forniamo anche accesso a una nuova intera fascia demografica di persone che non hanno mai pensato di poter viaggiare comodamente e in sicurezza in queste parti del mondo”.
Altrove nel paese, l’operatore turistico di lusso con sede a Kathmandu Beyul Experiences ha visto un aumento della domanda di viaggi che va ben al di là dei sentieri turistici ormai battuti.
“Abbiamo ricevuto più richieste per itinerari con un focus sulla spiritualità e sulle comunità locali”, dice il fondatore Ang Tshering Sherpa, che ha organizzato viaggi per personaggi come Richard Gere e Sir Don McCullin. Con i suoi Beyul Camp itineranti, che si trasformano in villaggi tenda ben attrezzati con una piccola armata di guide, portatori, chef e massaggiatori, l’azienda apre angoli del paese dove l’infrastruttura turistica adeguata non è ancora arrivata.
Con un prezzo a partire da 700 euro a persona a notte (con un minimo di cinque notti, durante le quali il campo si sposterà), Beyul può creare itinerari su misura che potrebbero includere tutto, dalle spedizioni in elicottero all’accompagnamento di specialisti – ornitologi, studiosi buddisti, istruttori di yoga – in base agli interessi dei clienti.